martedì 21 maggio 2013

VIVISEZIONE





                                 




                                    Perché?


Ogni anno nel mondo si uccidono in nome della “scienza” fino a 400 milioni di animali di ogni specie: topi, ratti, gatti, conigli, cani, primati, maiali, mucche, cavalli, rettili, uccelli e pesci. E non solo gli si toglie la vita, prima questi esseri sono costretti a subire di tutto. Vengono mutilati, avvelenati, schiacciati, accecati, affamati, congelati, decerebrati, ustionati , infettati, assoggettati  a privazioni di varia natura, a shock e stress.  Tutto questo, e qualsiasi pratica che implica sperimentare con un animale, si denomina “vivisezione”. Questo perché l’animale è vivo, e la maggior parte delle volte non viene nemmeno anestetizzato (solo nel 30% dei casi si fa uso dell’anestesia), perché economicamente non conviene. Spesso addirittura alla nostra “cavia” vengono recise le corde vocali , onde evitare di essere infastiditi dalle urla di dolore.

Dal punto di vista scientifico il nocciolo della questione è che sperimentare utilizzando queste pratiche  non è utile all’uomo, anzi, risulta essere dannoso oltre che pericoloso. Questo perché non si è ancora dimostrata la validità scientifica di questi esperimenti. Essi possono rappresentare tutto ed il contrario di tutto. Esistono infatti casi di farmaci che, pur avendo provocato danni o morte nell’animale, sono stati immessi comunque sul mercato. E ci sono invece farmaci che, ben tollerati dall’animale, hanno causato invece lesioni e morte nell’uomo. Citiamo alcuni esempi : “Opren” ( antinfiammatorio) dannoso per l’uomo, non per gli animali su cui si è testato; “stricnina” (veleno) dannosa per l’uomo, ma non per i polli, le scimmie e i topi; “atropina” (neurolitico) nociva per l’uomo, ma non per uccelli e conigli. L’associazione dei medici statunitensi stima che il 51% dei farmaci in commercio provoca gravi danni nei pazienti e la morte di 100 mila persone solo negli Stati Uniti ogni anno. E’ interessante anche rendersi conto come il classico foglietto con gli effetti collaterali che troviamo nella confezione del farmaco, presenterà molte più controindicazioni dopo qualche anno dalla data di messa in commercio. 


Questa è la dimostrazione che la vera cavia è l’uomo e che soltanto dopo aver sperimentato su di noi si può stabilire se la specie animale utilizzata è stata un modello efficace oppure no. Perché quindi sacrificare milioni di vittime innocenti?

Beagles.Scelti per la loro estrema docilità: non oppongono alcun tipo di resistenza


La legge stabilisce che per la farmaceutica è obbligatorio usare gli animali, per tutto il resto no.
Eppure, gli esperimenti  fatti per scopo medico, chirurgico o psichiatrico sono soltanto il 30%. Il restante 70% sono test per prodotti cosmetici, industriali e bellici. Visto che già esistono prodotti  appartenenti a queste categorie realizzati senza l’ “ausilio” di esseri del mondo animale, perché si continua ad avvalersi di questi metodi aberranti? 
Per avere un’idea delle marche compromesse consiglio di visitare il sito www.lavocedeiconigli.it.  Questi invece alcuni dei principali siti che si occupano di vivisezione: www.agireora.org  www.AnimalEquality.it, www.oipa.org, www.lav.it .


La morte o "abbattimento" è il destino della maggior parte degli animali che entrano in laboratorio


Ad oggi non è stato possibile assistere ad un dibattito tra chi appoggia la vivisezione e chi la combatte (tra le cui fila si annoverano medici e scienziati), visto che ogni volta all’ultimo i pro-vivisezione hanno un imprevisto e non si presentano, oppure semplicemente non si fanno vedere. Avranno qualcosa da nascondere?
Ogni giorno sono sempre più le persone nel mondo che scoprono ciò che è realmente la vivisezione e scelgono di lottare per una sua fine firmando petizioni, manifestando e smettendo di comprare prodotti macchiati di sangue.  E c’è chi la difende perché una sua eliminazione rappresenterebbe l’interruzione di una carriera professionale ( ricercatori, case farmaceutiche, università e aziende produttrici di animali “da laboratorio” come Harlan, Charles River e la tristemente nota Greenhill,  in Italia).
Il punto è che queste pratiche obsolete (esistono infatti metodi sostitutivi più sicuri ed efficaci, biologici,  come le colture di batteri, di cellule, di tessuti e organi umani, e non biologici, come la statistica, l’informatica, la chimica e l’ingegneria) celano interessi economici (e carrieristici) immensi.
Obiezione di coscienza.Gli studenti universitari hanno diritto a non prendere parte ed opporsi alla sperimentazione animale, ma sono pochi a saperlo, questo a causa dell'atteggiamento "oscurantista" da parte di molte università

E’ evidente che cambiare le leggi ed investire nei suddetti metodi sostitutivi  non è quello che si vuole davvero, perché se così fosse si sarebbe già fatto visto che siamo nel 2013 e che se l’interesse è reale, il denaro si trova sempre.

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