Ho detto che non avrei scritto. Ma non ho promesso.
La penna, o
meglio, la tastiera e’ forse l’unica “arma” rimastaci di questi tempi. Magra
consolazione , unita alla
consapevolezza che questa mia “denuncia” non sara’ altro che una goccia
nell’infinito mare di ingiustizie e casi di mal funzionamento del sistema
preposto a difesa dei cittadini, ormai a detta di qualcuno “da terzo mondo”, e svuotato
(ai miei occhi perlomeno) di credibilita’.
Bene, dovessi
scomparire all’improvviso, saprete il perche’!
La vicenda si
svolge a fine luglio in quel di Monza. Dato che alla sottoscritta sono slittate
le ferie, perche’ non impiegare il tempo libero per accanirsi contro un bar
tabacchi che ha scandalosamente deciso (in barba alle norme previste dal
sistema Bancomat e anche al piu’ comune buon senso dei cittadini) di aprirsi
una piccola e innovativa fonte di introito? Beh, di questi tempi la creativita’
e’ sicuramente un valore utile per poter arrivare a fine (o a meta’) mese.
Peccato che la suddetta originale fonte fosse costituita da un’imposta
(illecita) da €1 applicata su ogni transazione eseguita con carta Bancomat.
Spiego meglio: se
avessi voluto pagare col bancomat avrei dovuto aggiungere un euro all’importo
da corrispondere, ad esempio se acquisto delle gomme e un accendino per un
totale di quattro euro, loro digitano €5.
Gli esercenti forse han creduto che
una tassa in piu’ “tanto e’ solo un euro”, avrebbe fatto poca differenza nel (tragico)
panorama generale economico italiano? E che i propri clienti fossero tutti
fessi?
Per chi non ne fosse al corrente le
commissioni per le transazioni con bancomat (tramite Pos) sono completamente a
carico dell’esercente, dunque al cliente non spetta versare un centesimo in
piu’.
Il bar inoltre ha pensato bene di chiedere anche il codice fiscale. Ma a cosa serve il codice fiscale in questo caso?? Da quando in qua se pago con il bancomat devo fornire tutte queste informazioni personali su di me a te, che manco conosco?
Il problema
tuttavia non e’ solamente questo (si sa che accade ben di peggio, sebbene nella
“civile” Brianza ci si auspichi che cose di questo genere alla luce del sole
non accadano), ma e’ ben piu’ grave.
Decido di fare
visita alla Guardia di finanza della mia citta’(essendo in ferie e non avendo
di meglio da fare in quei giorni -_-‘ ), accolta da un finanziere di non
indifferente bellezza vengo rimbalzata perche’ manca mezz’ora alla chiusura. Nonostante
cio’ ho potuto raccontare il fatto e mi
sono sentita dire di aver fatto assolutamente bene a passare per segnalare. L’indomani,
ricevuta da altri esponenti del corpo militare, rischio nuovamente il rimbalzo
in quanto quasi ora di pranzo, ma stavolta insisto per raccontare e dopo aver
esposto circa tre o quattro volte e dopo aver mostrato le foto, mi sento dire: “ beh
se quelli del bar vogliono farlo lo possono fare. Se a lei non sta bene pagare
l’euro puo’ andare in un altro bar”. Comunque sia mi viene detto che verra’
fatto un controllo, peccato che non mi fosse stato chiesto ne l’indirizzo ne il
nome del bar.
Mmm…mmm…qualcosa
non quadra.
Con la frustrante
sensazione che non fossi stata presa sul serio, anche perche’ il collega del
pomeriggio precedente mi aveva dato ampiamente ragione, ne parlo con alcuni
amici e decido di chiedere consiglio ai Carabinieri. Bene, per farla breve
questi ultimi mi hanno convinta a tornare dalla Guardia di finanza con stampata
la norma e di esigere di essere ascoltata, in quanto mio diritto di cittadina.
A questo punto
era una questione di principio e di lasciar perdere proprio non se ne parlava. Sono
ritornata per l’ennesima volta alla sede dei miei ormai “nuovi amici” armata di
stampe, foto, indirizzo etc, e questa volta vengo ascoltata. Insieme si
conviene che il bar sta facendo qualcosa di illegale, mi viene chiesto con chi
avessi parlato la volta precedente e dopo aver ri- raccontato il fatto credo
per l’ottava o nona volta in tre giorni, si scopre, guarda caso, che il bar tabacchi in questione era gia’stato
segnalato anni addietro per irregolarita’…strano.
Ad oggi non so se
ci sia stato un intervento o meno.
D’accordo, non
stiamo parlando di un omicidio o di una rapina in banca con ostaggi, ma resto
dell’idea che il “chiudere un occhio” o addirittura difendere chi e’ palesemente
in torto (per pigrizia mentale o fisica), farmi ritornare due, tre volte prima
di ascoltarmi, darmi ragione, darmi torto e poi darmi nuovamente ragione, sia
davvero scandaloso, soprattutto quando a farlo e’ la Guardia di Finanza.
Conclusione,
quello che potevo fare in quanto cittadina credo di averlo fatto. La palla io l’ho
passata a chi di dovere…spesso noi facciamo cio’ che spetterebbe a qualcuno che
teoricamente ha qualche qualifica in piu’ ed il dovere di agire. Ma che troppo
spesso preferisce pensare al pranzo.
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