lunedì 7 ottobre 2013

Italia: verso il Terzo Mondo o il Far West?



Ho detto che non avrei scritto. Ma non ho promesso.
La penna, o meglio, la tastiera e’ forse l’unica “arma” rimastaci di questi tempi. Magra consolazione'a, unita alla consapevolezza che questa mia “denuncia” non sara’ altro che una goccia nell’infinito mare di ingiustizie e casi di mal funzionamento del sistema preposto a difesa dei cittadini, ormai a detta di qualcuno “da terzo mondo”, e svuotato (ai miei occhi perlomeno) di credibilita’.
Bene, dovessi scomparire all’improvviso, saprete il perche’!

La vicenda si svolge a fine luglio in quel di Monza. Dato che alla sottoscritta sono slittate le ferie, perche’ non impiegare il tempo libero per accanirsi contro un bar tabacchi che ha scandalosamente deciso (in barba alle norme previste dal sistema Bancomat e anche al piu’ comune buon senso dei cittadini) di aprirsi una piccola e innovativa fonte di introito? Beh, di questi tempi la creativita’ e’ sicuramente un valore utile per poter arrivare a fine (o a meta’) mese. Peccato che la suddetta originale fonte fosse costituita da un’imposta (illecita) da €1 applicata su ogni transazione eseguita con carta Bancomat.
Spiego meglio: se avessi voluto pagare col bancomat avrei dovuto aggiungere un euro all’importo da corrispondere, ad esempio se acquisto delle gomme e un accendino per un totale di quattro euro, loro digitano €5. 





Gli esercenti forse han creduto che una tassa in piu’ “tanto e’ solo un euro”, avrebbe fatto poca differenza nel (tragico) panorama generale economico italiano? E che i propri clienti fossero tutti fessi?
 Per chi non ne fosse al corrente le commissioni per le transazioni con bancomat (tramite Pos) sono completamente a carico dell’esercente, dunque al cliente non spetta versare un centesimo in piu’. 



Il bar inoltre ha pensato bene di chiedere anche il codice fiscale. Ma a cosa serve il codice fiscale in questo caso?? Da quando in qua se pago con il bancomat devo fornire tutte queste informazioni personali su di me a te, che manco conosco?

Il problema tuttavia non e’ solamente questo (si sa che accade ben di peggio, sebbene nella “civile” Brianza ci si auspichi che cose di questo genere alla luce del sole non accadano), ma e’ ben piu’ grave.
Decido di fare visita alla Guardia di finanza della mia citta’(essendo in ferie e non avendo di meglio da fare in quei giorni -­_-‘ ), accolta da un finanziere di non indifferente bellezza vengo rimbalzata perche’ manca mezz’ora alla chiusura. Nonostante cio’ ho  potuto raccontare il fatto e mi sono sentita dire di aver fatto assolutamente bene a passare per segnalare. L’indomani, ricevuta da altri esponenti del corpo militare, rischio nuovamente il rimbalzo in quanto quasi ora di pranzo, ma stavolta insisto per raccontare e dopo aver esposto circa tre o quattro volte e dopo aver mostrato le foto, mi sento dire: beh se quelli del bar vogliono farlo lo possono fare. Se a lei non sta bene pagare l’euro puo’ andare in un altro bar”. Comunque sia mi viene detto che verra’ fatto un controllo, peccato che non mi fosse stato chiesto ne l’indirizzo ne il nome del bar.
Mmm…mmm…qualcosa non quadra.

Con la frustrante sensazione che non fossi stata presa sul serio, anche perche’ il collega del pomeriggio precedente mi aveva dato ampiamente ragione, ne parlo con alcuni amici e decido di chiedere consiglio ai Carabinieri. Bene, per farla breve questi ultimi mi hanno convinta a tornare dalla Guardia di finanza con stampata la norma e di esigere di essere ascoltata, in quanto mio diritto di cittadina.
A questo punto era una questione di principio e di lasciar perdere proprio non se ne parlava. Sono ritornata per l’ennesima volta alla sede dei miei ormai “nuovi amici” armata di stampe, foto, indirizzo etc, e questa volta vengo ascoltata. Insieme si conviene che il bar sta facendo qualcosa di illegale, mi viene chiesto con chi avessi parlato la volta precedente e dopo aver ri- raccontato il fatto credo per l’ottava o nona volta in tre giorni, si scopre, guarda caso,  che il bar tabacchi in questione era gia’stato segnalato anni addietro per irregolarita’…strano.
Ad oggi non so se ci sia stato un intervento o meno.
D’accordo, non stiamo parlando di un omicidio o di una rapina in banca con ostaggi, ma resto dell’idea che il “chiudere un occhio” o addirittura difendere chi e’ palesemente in torto (per pigrizia mentale o fisica), farmi ritornare due, tre volte prima di ascoltarmi, darmi ragione, darmi torto e poi darmi nuovamente ragione, sia davvero scandaloso, soprattutto quando a farlo e’ la Guardia di Finanza.
Conclusione, quello che potevo fare in quanto cittadina credo di averlo fatto. La palla io l’ho passata a chi di dovere…spesso noi facciamo cio’ che spetterebbe a qualcuno che teoricamente ha qualche qualifica in piu’ ed il dovere di agire. Ma che troppo spesso preferisce pensare al pranzo.